Vangelo e Nuovo Marketing: il ricco Epulone

Questo e’ il primo post di una serie in cui partendo da una parabola del vangelo, e quindi da un insegnamento di vita, ne traiamo uno spunto per operare efficacemente nel mondo del marketing. In molte parabole nostro signore stigmatizza gli atteggiamenti egoistici ed enfatizza invece le condotte di vita disinteressate, la carita’ fatta solo per il gusto di donare.Il più delle volte, la persona egoista è insicura, paurosa e piena di dubbi. Nasconde le idee, e’ diffidente nella convinzione che gli altri gli possano rubare l’idea, i soldi, i collaboratori, etc. L’ironia, naturalmente, è che il disinteresse (e non l’egoismo, il suo opposto) è proprio l’atteggiamento che porta a più successo. La persona con la fiducia necessaria per sostenere gli altri e di condividere con loro i suoi progetti è ripagata dal ricevere sempre di piu’ in cambio della sua generosita’. L’economia di connessione moltiplica, tramite il mondo digitale, il valore dei contributi donati liberamente. Il nuovo Marketing e quindi il webmarketing e’ basato sull’ abbondanza, non la scarsità, sul dono e nin sull’egoismo, e quelli che invece fanno come il ricco Epulone rimangono indietro. Condividere i vostri soldi, le vostre idee, le intuizioni, la vostra fiducia … tutte queste cose ritorneranno a voi centuplicate. Forse non nel modo che vi aspettavat, certamente non con una garanzia, ma più e più volte l’avaro resta indietro Proprio come il ricco Epulone.« C’era un uomo ricco, che era vestito di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi. »   (Luca 16,19-31)www.webmarketingitaliano.it
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