I budget e l’analisi dei flussi futuri non possono misurare la continuita aziendale

I budget e l’analisi dei flussi futuri non possono misurare la continuita aziendale. É bene ribadirlo a chiare lettere ed eliminare la tanta confusione che vedo in giro.

Piano piano sempre più professionisti stanno scoprendo che dal 16 marzo 2019 tutte le imprese iscritte al Registro Imprese (compresi forfettari e semplificati) per via del 2086 2′ comma e per via dell’art. 3 del D.Lgs. 14/2019, DOVRANNO PER LEGGE DOTARSI DI STRUMENTI CHE MISURANO LA CONTINUITA’ AZIENDALE.

Siccome noi viviamo nel Paese di Fra Luca Pacioli non possiamo ammettere che è possibile misurare la performance aziendale con strumenti diversi dal bilancio. Pertanto orde di integralisti del Bilancio, o meglio del controllo QUANTITATIVO basato su dati di bilancio, si stanno arrampicando sugli specchi per cercare degli strumenti di misurazione della continuità aziendale basati sul bilancio cioè basati sul controllo quantitativo.

E allora é partito il festival del budget finanziario, dei budget predittivi, dell’analisi dei flussi futuri etc.
Un tentativo che fa scempio dei principi base dell’economia aziendale. E cerco di spiegare il perché.
La prima cosa da chiarire e cosa sia la continuità aziendale o come dicono gli anglosassoni il going concern (la traduzione é bellissima andare avanti facendo tutto quello che é necessario per avere un futuro).

É chiaro che la visione looking forward (guardare avanti) non può avere nessun collegamento nel passato. Le nostre tecniche di budgeting si basano sulla proiezione futura di dati passati come se il futuro fosse uguale al passato, come fosse possibile guidare una macchina guardando lo specchietto retrovisore, il problema é che il futuro è sempre diverso dal passato. I flussi futuri dipendono dai ricavi e i ricavi futuri non dipendono dai budget ma dalla capacità di evolversi dell’azienda che a sua volta dipende da componenti qualitative come formazione, innovazione e clima aziendale. Liti fra soci, scarsa innovazione, perdita di quote di mercato, scarsa custumer satisfation, portafoglio prodotti composto in maggioranza da prodotti maturi, clima aziendale negativo, sono solo alcuni esempi di variabili qualitative che determinano la crisi. E tale situazioni possono coesistere benissimo eper parecchio tempo anche con bilanci sani. Pertanto se controllo il bilancio sto morendo senza che io lo sappia.

Quindi se c’è una stupidaggine grossa (MA VERAMENTE GRANDE) é quella di misurare la continuità aziendale, che dipende da componenti qualitative FUTURE, con una misurazione quantitativa prospettica come i budget finanziari che sono legati ai bilanci passati e sono incapaci di misurare il futuro. L’unico strumento al mondo validato scientificamente per misurare la continuita aziendale è la BALANCED SCORECARD di Kaplan e Norton (Harward University 1992). Se prendete i budget che le aziende edili hanno presentato alle banche nel 2006 scoprirete che per gli anni 2009, 2010 e 2011 prevedevano fiumi di denaro e fiumi di utili e quindi una CONTINUITÀ AZIENDALE SOLIDISSIMA………peccato che sono fallite quasi tutte.

Questo esempio fa capire bene l’incapacità dell’analisi quantitativa (budgeting e analisi di bilancio) di misurare il going concern cioè la continuità aziendale. Il Cruscotto di controllo é il primo ed unico software cloud basato sulla Balanced Scorecard di Kaplan e Norton capace di misurare la continuità aziendale per amministratori e revisori in modo da rispettare le nuove disposizioni emanate dal D.Lgs. 14/2019 con buona pace dei Talebani del bilancio e dell’analisi quantitativa: per info http://www.cruscottodicontrollo.it/cruscotto-di-controllo-per-commercialisti

Torna in alto