Non c’è dubbio che il Novecento sia stato per il mondo occidentale il secolo della diffusione del benessere. In Italia, ad esempio, il boom economico degli anni ’60 ha consentito ad ampi strati di popolazione di vivere con stipendi o salari che per la prima volta andavano ben oltre la soglia della semplice sussistenza.
Il benessere raggiunto durante quella decade è ben testimoniato dall’incremento demografico verificatosi nello stesso periodo, il cosiddetto ‘baby boom’.
Ed è proprio in quegli anni che gli italiani, grazie alle migliorate condizioni economiche, cominciano ad acquistare in massa oggetti considerati un lusso fino a pochi anni prima: dagli asciugacapelli ai frigoriferi, dalle lavatrici alle prime utilitarie.
Il mercato di massa, nato negli Stati Uniti già da alcuni decenni, diventa una realtà anche in Italia. Si può dire quindi, e a ragion veduta, che il secolo appena trascorso è stato il secolo del mercato di massa, nel senso che le aziende producevano per la massa che invariabilmente correva a comprare i prodotti pubblicizzati sui cartelloni pubblicitari, sulle riviste e i giornali, alla radio e in televisione.
Il mercato di massa rispondeva perfettamente alle esigenze della produzione industriale poiché garantiva efficienza produttiva grazie alla commercializzazione di prodotti medi pensati per incontrare il gusto del maggior numero di persone e, di conseguenza, assicurava il profitto.
Sono gli anni d’oro delle agenzie pubblicitarie, la cui unica preoccupazione era quella di trovare slogan accattivanti e volti attraenti per invogliare il pubblico ad acquistare il proprio prodotto piuttosto che quello dei concorrenti.
Inizialmente fare una distinzione tra massa e persone con gusti ricercati era alquanto difficile. Questo sia perché la massa era numericamente in prevalenza e di conseguenza appetibile da un punto di vista remunerativo e sia perché la gente “particolare”, era in numero esiguo. Con il passare del tempo, la situazione è mutata. Ad oggi la massa si è notevolmente ridotta facendo spazio sempre più a quella parte di persone esigenti. Segnando cosi la “fine” della massa.
Tale passaggio, se cosi lo si vuol chiamare, è stato graduale nel tempo, provocando uno spostamento della domanda.
La maggior parte delle persone che prima si rispecchiavano nella caratteristiche della massa, ora si ritrovano a far parte di quella con gusti ricercati.
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