Dall’analisi di fattibilità del piano di risanamento, può emergere che l’applicazione dell’intervento risanatore sia totalmente sconsigliabile o che sia impossibile da realizzarsi.
In tal caso, si profilano solo due alternative: la cessione o la liquidazione dell’azienda.
La scelta dell’una o dell’altra soluzione dipende esclusivamente dalla presenza o meno di potenziali compratori e dalla somma che essi sono disposti a pagare.
Nelle aziende caratterizzate da perdite, infatti, la cessione pone condizioni nettamente sfavorevoli per il cedente, poiché egli ha una forza contrattuale molto limitata.
Supponendo che sia possibile trovare dei compratori, sorge il problema della valutazione dell’azienda.
Bisogna tenere ben presente che i beni in sede di liquidazione sono ceduti a valori che inevitabilmente risentono delle barriere, che si frappongono all’uscita dell’azienda.
La cessione d’azienda, a volte, può anche essere la soluzione migliore (leggi questa nostra news di qualche tempo fa: https://www.simonebrancozzi.com/la-cessione-dazienda-a-volte-la-soluzione-migliore/)
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